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Albereto -
Pillole di Storia
(tratto da “Castrum Albareti” – opuscolo edito dal Comune di Montescudo)
Castrum Albareti, il cui nome deriva da una foresta di querce, tigli e pini in mezzo a cui si trovava, come tutti i Comuni della vallata del Conca – e lo stesso Montescudo – deve aver conosciuto la denominazione romana, anche se la prima notizia storica certa risale al 1233.
Dal 1234 al 1285 le lotte tra guelfi e ghibellini, in terra di Romagna, si fecero sempre più aspre.
Nel 1284 circa, i guelfi Malatesta, in seguito a favori resi alla Chiesa, riottennero il governo di Rimini ed i castelli ad essa legati.
Il loro potere subì alterne vicende per i continui scontri con i Montefeltro, signori di Urbino.
Prima della ricostruzione della Rocca Montescudo avvenuta nel 1460, Sigismondo Pandolfo Malatesta ordinò i lavori di ricostruzione del Castello di Albereto, che prese così la forma attuale, caratterizzata dalla cinta muraria, su pianta rettangolare, bastionata e realizzata con la tipica scarpata malatestiani.
Dal 1567 e sino alla fine del 1700 la sorte di Albereto non seguì più quella di Montescudo, infatti entrò a far parte direttamente del contado di Rimini.
Nel 1797 la sua vicenda fu legata
di nuovo a quello di Montescudo; infatti quando sotto
il dominio napoleonico fu istituita
Quando Napoleone dovette lasciare
Con Decreto del Re Vittorio Emanuele II, l’8 settembre 1961 “Montescudolo e Albereto” vennero incorporati nella provincia di Forlì, circondario di Rimini, e nel 1862, con Decreto Reale del 31 luglio, assunsero l’attuale denominazione di Montescudo e Albereto.
(Da
"Atlante Romagnolo" - il Resto del Carlino)
Montescudo un tempo si chiamava Rio Alto, la sua nascita è di probabile era etrusca.
Ai tempi dell'imperatore Cesare Augusto era stazione di cambio dei cavalli per la posta militare che da Ariminum andava a Roma, essendo questa la via più breve.
Nel 1209 Montescudo fu dominio di Ottone I, poi passò sotto
Montescudo era già comune quando nel 1508 seguì la lega di Cambrai e in seguito alle avverse vicende che ne seguirono, il Papa Giulio II espresse alla Repubblica di Venezia il desiderio che Rimini e tutto il contado fossero restituiti alla Santa Sede.
Venezia accolse il desiderio del Pontefice e il 2 Maggio 1509 cedette aria Chiesa di Rimini la città stessa e tutti i territori dipendenti da quella giurisdizione.
In seguito, come tutta
Quando Napoleone dovette lasciare
Ritornato sotto lo Stato Pontificio, seguì